Punk: Come la musica creò uno stile di vita

Punk: Come la musica creò uno stile di vita

Tutti hanno sentito parlare del punk, se non come cultura, sicuramente come musica.
Oggi il punk è visto, tutto sommato, come uno stile comune, di chi è fan del nero e dell’aspetto stravagante, ma è sempre stato così?

La corrente punk di certo non è vista di buon occhio dalla “vecchia generazione”, basti vedere come viene trattata La Sad, che richiama fortemente questo stile, sia nell’ambito musicale che in quello della moda. 

Per questo motivo credo che SoundWave abbia una missione: rispondere a delle domande che nessuno si è posto ma di cui la risposta è necessaria: “I punkettari sono tutti teppisti?” “Perché devono andare in giro con una moicana dai colori fosforescenti?” “Com’è nata questa moda in un periodo perbenista come quello di un tempo?”. In questo caso mettetevi comodi, indossate il miglior chiodo che avete in casa e posizionate il vinile di Combat Rock sul giradischi: è in arrivo la storia del punk in tutte le sue sfumature.

The Clash – Should I Stay or Should I Go (Combat Rock – 1982)

Per prima cosa c’è da fare una lieve differenza, in quanto il punk si divide in due correnti: quello americano e quello britannico. Inoltre, vi è un’ulteriore divisione tra la prima e la seconda ondata.

Il punk nacque storicamente negli Stati Uniti e intorno agli inizi degli anni ‘70 nacquero le prime forme di punk definite “proto-punk”. Per proto-punk si intende quella musica (o quella band) che aveva quel qualcosa che la faceva differenziare dal rock ma allo stesso tempo non era ancora così diversa da definirsi come un altro genere. Principalmente le band e gli artisti proto-punk furono chiamati così per il loro stile particolare da cui poi il punk prese spunto per il suo iconico look. I New York Dolls, Iggy Pop e David Bowie furono tra quelli che diedero spunto all’iconico stile punk.

Per coloro che saranno considerati i veri e propri iniziatori del punk, però, c’è da aspettare fino al 1974, data di fondazione dei Ramones, considerati colonne portanti della scena punk non solo americana (erano del Queens, quartiere newyorkese), bensì mondiale, trono che poi dovranno condividere con le band britanniche Sex Pistols, The Clash e molte altre.

Ramones – I Wanna Be Sedated (Road to Ruin – 1978)

La vera e propria cultura punk però nacque in Gran Bretagna, precisamente nel 1975 a Londra, dove Michael McLaren (che è stato manager dei, già citati in precedenza, New York Dolls) fece la conoscenza di una band, i The Strands, di cui poi diventò manager. Si conobbero nel negozio che McLaren stesso possedeva, ma che veniva gestito da sua moglie, il “Sex”. Col tempo, McLaren portò i The Strands ad esibirsi in vari locali facendoli vestire con l’abbigliamento che vendeva in negozio, parliamo quindi di maglie e pantaloni strappati e vestiti al limite del sadomaso. La band ebbe notorietà e i The Strands cambiarono il nome in Sex Pistols per motivi meramente commerciali.

I Sex Pistols crearono scalpore, proprio come McLaren voleva e i loro concerti terminavano spesso in risse e disordine pubblico, portando la polizia britannica spesso a fermare o – addirittura – impedire i loro concerti. Grazie a loro, il punk era diventato il genere di punta per coloro che volevano esprimere ribellione, anarchia o più semplicemente fare casino. I Sex Pistols stessi pubblicarono nel 1977 “God Save the Queen”, nel periodo del Giubileo d’Argento di Elisabetta II, che poi verrà considerato un attacco alla monarchia per il suo testo provocatorio. I Sex Pistols si sciolsero dopo solo 3 anni di attività musicale per la morte del bassista Sid Vicious, ma il loro contributo fu tale dall’essere considerati delle colonne portanti del punk e della musica anni 70.

Sex Pistols – God Save the Queen (Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols – 1977)

Dopo la continua crescita della scena punk britannica e della sua cultura ribelle, anche in America il genere musicale cominciò a staccarsi dalle radici rock per diventare sempre più autonomo. In questo caso siamo agli inizi degli anni ’80. Proprio in quel periodo, una band chiamata Minor Threat fece uscire una canzone chiamata Straight Edge, da cui il cantante della band, Ian MacKaye, prese spunto per il nome dello stile di vita Straight Edge.

Lo Straight Edge (spesso abbreviato in “sXe”) è considerato uno stile di vita prettamente influenzato da quello punk. Nonostante ciò, i suoi ideali riflettono quasi il contrario dalle ideologie formatesi in Gran Bretagna qualche anno prima. Lo Straight Edge prevede l’astensione da alcool, droghe, fumo e, in certi casi, anche sesso occasionale e consumazione di carni e derivati animali. Lo Straight Edge è stata una chiave fondamentale per contrastare i modi di fare nichilistici del punk britannico, permettendo alle masse di comprendere di più il genere, che rimaneva comunque favorevole alle ideologie punk principali.

Minor Threat – Straight Edge (First Two 7″s on a 12″ – 1984)

Avanti col tempo e con l’arrivo di sempre più generi nuovi e originali, la prima ondata punk terminò (attenzione, non scomparì, semplicemente non spiccava più come fece all’arrivo dei Sex Pistols), ma il suo ritorno avvenne alla fine degli anni ’80 e agli inizi degli anni ’90, con un suono più moderno. Questo nuovo punk verrà chiamato Punk Revival, o – più semplicemente – Seconda Ondata Punk.

Le prime due band considerate le iniziatrici della seconda ondata punk furono gli Offsprings e i Green Day. La popolarità di questo revival è dovuta in parte anche ai Nirvana, che presero forte ispirazione dal punk, ma trasformandolo ulteriormente fino a diventare un genere a sé stante, il Grunge. Altra parte del merito va data al canale MTV, che in quegli anni, fino ai primi anni 2000, contribuì alla diffusione di band punk-rock della seconda ondata punk.

I Green Day sono tra le band con più vendite in assoluto, con oltre 85 milioni di copie vendute in tutto il mondo e il loro settimo album “American Idiot” (2004) è considerato da alcuni il “A Night At the Opera del punk”, in onore del famoso album dei Queen.

Green Day – American Idiot (American Idiot – 2004)

La seconda ondata punk durò circa fino alla fine del 2010, aiutando a creare ulteriori generi musicali, come l’emo, il grunge, la new wave e il garage rock. Ai nostri giorni invece, il punk rimane popolare, ma non è più tra i generi di punta che le generazioni attuali ascoltano. Nonostante questo, il punk è stato (e sempre sarà) un genere fondamentale per la storia della musica e per la società.

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