Riflessioni – la Memoria ritorna

Riflessioni – la Memoria ritorna

Come alunno di una classe terminale vorrei soffermarmi oggi su una questione quanto più attuale. Abbiamo appena trascorso il 27 gennaio, giorno della memoria, disignato dopo che le armate rosse hanno aperto i campi di sterminio tedeschi e mai come ora è necessario denunciare ogni tipo di violenza, affinché il giorno della Memoria evolva in qualcosa di concreto, citando Levi: ‘se comprendere è impossibile, conoscere è necessario’, ogni tipo di violenza va quindi compreso e denunciato.

In questi giorni sono state pubblicate sui social network alcune fotografie ritraenti diversi esponenti di un partito politico Italiano i quali tenevano in mano alcuni cartelli contenenti la frase “No alla Moschea”. Oggi non vorrei però soffermarmi su chi sono i soggetti che hanno compiuto questo gesto e neanche citare la loro fazione politica perché non è di questo che ci importa. Mi piacerebbe discutere di quanto l’uso sbagliato delle parole, l’errata comunicazione e la possibilità di fare propaganda di questo tipo gratuitamente su qualsiasi piattaforma digitale possa generare odio tra le persone e divergenze religiose.


Ci troviamo a Milano, dove il progetto di una nuova Moschea è stato fortemente contestato da un partito politico: le loro tesi? Che dietro alla costruzione della moschea ci sia una associazione accusata di estremismo in tutta Europa. A parte il fatto che questa associazione è presente in Italia dal 1987 in quanto fa parte delle associazioni islamiche di Milano Monza Brianza, ma era davvero necessario esporre dei cartelli con scritto “No alla Moschea”? Se avessero dovuto fare a tutti costi questa protesta non sarebbe stato meglio scrivere “No all’estremismo” oppure “No al radicalismo”? È come se nei paesi islamici mettessero cartelli “No alla chiesa”, non si sta più toccando una piccola parte di una grande comunità, bensì si sta generalizzando, toccando un’intera cultura, si potrebbe offendere così diverse persone e creare scontri tra le diverse “fazioni”, si creano muri.

Dalla violenza, verbale fisica e morale, bisogna allontanarsi.

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